DA UN COMPAGNO TORTURATO E DISOCCUPATO DAL SISTEMA

riceviamo e pubblichiamo

UN APPELLO ALL’ULTIMO SANGUE

11 SETTEMBRE 2009
I-LE DESTINATARI-E DELLA PRESENTE SONO INVITATI A FAR GIRARE IL PIU’ POSSIBILE QUESTA E-MAIL
Da oltre 4 anni Paolo Dorigo è fuori dal carcere. Da oltre 3 anni è formalmente libero. Da quasi 3 anni ha il passaporto.
Con le risorse che ha potuto ricevere da familiari ed amici, ha potuto vivere in questi anni dedicando la quasi totalità del suo tempo al lavoro di sostegno e costruzione dell’autorganizzazione sindacale di classe (cfr. www.slaicobasmarghera.org ) e al lavoro di sostegno e denuncia delle vessazioni e torture permanenti tecnologiche di cui sono vittime migliaia di detenuti e decine di migliaia di cittadini in Italia (cfr. www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org )
Nessuno ha offerto a Paolo un lavoro al livello della sua professionalità, e nemmeno hanno accettato una sola delle domande di lavoro anche notturno fatte in diverse fabbriche da Paolo.
Paolo ed i suoi fratelli hanno donato l’intero archivio del padre Wladimiro all’Università di Venezia. Ma anche in questo caso, non si è avuto per Paolo, né lo ha chiesto, alcun sostegno lavorativo dato dalla sua grande professionalità e preparazione di documentarista ed archivista.
Le Amministrazioni Locali del Veneto cui Paolo si è rivolto, sinora non hanno ancora raccolto in alcuna maniera le sue offerte di diffusione del prodotto Armando Pizzinato la vita e le opere, edito dalle Edizioni Lavoro Liberato, microscopica quanto coraggiosa voce di dissenso e di documentazione sistematicamente ignorata dalla mafia dell’editoria e dei media, una prestigiosa ed originale opera multimediale presentata in più occasioni anche da numerosi docenti universitari.
Da alcuni mesi, sia il peso della crisi economica, sia azioni mirate e precise, operano per cercare di spezzare la resistenza di Paolo Dorigo, attraverso un attacco economico concentrico e pianificato, anche con azioni illegali (arresto della madre di sua moglie a luglio, per es., interferenza su azioni sindacali con ricaduta non solo sui lavoratori) ma anche sul Sindacato per cui Paolo dedica con lavoro volontario e sinora ancora gratuito gran parte delle sue giornate, (si è giunti da poco all’autosufficienza delle strutture locali venete del Sindacato, per quanto riguarda le spese di gestione), che sta mettendo a rischio il suo impegno e la sua stessa vita.
IL PROCESSO DI REVISIONE CHE UNA VOLTA SVOLTO, COME MINIMO SE NON VENISSE RICONOSCIUTA L’ASSOLUZIONE, IN CASO DI CONFERMA DELLA CONDANNA DOVREBBE VEDERE RICONOSCIUTA LA CONTINUAZIONE CON NOTEVOLE RIDUZIONE DELLA PENA E QUINDI CON ANNI SCONTATI DI INGIUSTA DETENZIONE, NON LO VOGLIONO SVOLGERE NONOSTANTE LE PRESE DI POSIZIONE IN CAUSE GIURIDICHE DELLA CEDU, DELLA CASSAZIONE, DELLA CORTE DI APPELLO DI BOLOGNA. (cfr. http://www.paolodorigo.it/2009_0_29_Prosperi_NuovoappelloCEDU_Dorigo.pdf )
Infatti, nonostante le prove mediche e documentali prodotte, non si è ancora trovato un solo medico chirurgo disposto ad operare Paolo in presenza di testimoni e legali; non si è trovata una clinica disponibile a fare analisi biologiche gratuite. Per quanto riguarda la operazione, adesso si è reperito una équipe di medici disponibili a venire in Italia ad operare Paolo, ma serve un minimo di copertura economica quantomeno per le spese di viaggio e pernottamento in Italia (almeno 5000 euro).
Inoltre Paolo ha accumulato delle sanzioni pecuniarie da pagare, e sarebbe meglio fosse in grado di farlo.
Servono soldi. Soprattutto per chi non si sottrae ai compiti sociali di solidarietà nella lotta e non negli inciuci, soprattutto per poter fare un salto di qualità, dalla denuncia alla liberazione, per chi soffre la tortura tecnologica.
La campagna di sostegno l’ha iniziata di fatto il drappello di una quindicina di persone, compagni, docenti universitari, anche qualche giornalista, che tra fine luglio ed inizio agosto hanno mandato 50,100,200 o 300 euro, permettendo di raggiungere la cifra di 3300 euro e di far liberare in Nigeria la madre della moglie di Paolo.
L’ha ora ripresa Francesco Moisio acquistando, pur se a rate, un’opera pittorica di Paolo (cfr. http://www.paolodorigo.org/produzione_arte.html )
Potete inviare sottoscrizioni a Paolo nella seguente maniera:
C/C bancario presso Unicredit Mira (VE) via Nazionale 183, IBAN IT-57-R-02008-36182- c/c 4078-6006 intestato a DORIGO PAOLO

POSTE ITALIANE – Conto Corrente Postale (1,10 euro di spesa per bollettino) 65650418 intestato a DORIGO PAOLO – MIRA (VE)
POSTE ITALIANE – VERSAMENTO BANCARIO ccp, usare l’IBAN IT-15-G-07601-02000-000065650418
POSTE ITALIANE – POSTE PAY (1 euro a versamento di spese) intestato a DORIGO PAOLO – MIRA (VE) – n.4023 6004 3497 0291

Morti sul lavoro. Il testo unico una vergogna italiana

tratto da www.dazebao.org di Marco Bazzoni*

Evidentemente tutti gli infortuni, gli invalidi, le malattie professionali e le morti sul lavoro non sono abbastanza se il Governo Berlusconi ha pensato bene di smantellare il Dlgs 81/08 (testo unico per la sicurezza sul lavoro) con il Dlgs 106/09 (decreto correttivo), piuttosto che renderlo funzionale. E pensare che il Ministro del Lavoro Sacconi dopo la strage sul lavoro al depuratore di Mineo (CT) dell’11 giugno 2008, che costò la vita a sei operai comunali, annunciò un piano straordinario per la sicurezza.

Se per piano straordinario intendeva questo decreto, beh, allora stiamo freschi. Per anni sono state chieste pene più severe per i datori di lavoro responsabili di gravi infortuni e morti e per quelli che non rispettano la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Ora il governo che fa, dimezza la maggior parte delle sanzioni ai datori di lavoro, dirigenti e preposti, ma non solo. Non contento, non potenzia neanche i controlli. Che poi qualche imprenditore becchi qualche multa è alquanto improbabile. Visto l’esiguo numero di  personale ispettivo delle Asl diventerà una vera e propria rarità ricevere un controllo, in quanto, se va bene potrà verificarsi ogni 33 anni. Ma non è finita qui. Onde evitare che qualche imprenditore finisse in galera si è previsto che l’arresto possa essere tramutato in sanzione amministrativa. Inoltre, ciliegina sulla torta la salva manager non è stata cancellata, ma semplicemente riscritta. Certo non è spudorata come la precedente, ma da sempre spazio a manovre e cavilli vhe alla fine favoriranno i manager. C’è da chiedersi come mai Napolitano abbia potuto firmare questo decreto, sapendo che questa norma non era stata cancellata. L’intento era evidente, scaricare le responsabilità dei manager su preposti, lavoratori, progettisti, fabbricanti, installatori e medici competenti. Non essendoci certezza della pena, anche se nella remota ipotesi un datore di lavoro venga condannato per la morte di un lavoratore, il carcere "lo vedrà con il binocolo".

Eppure il ricordo di queste tragedie non si può cancellare. Come quella di Andrea Gagliardoni, morto il 20 giugno del 2006 a soli 23 anni con la testa schiacciata in una pressa tampografica nella ditta Asoplast di Ortezzano (AP), o  Matteo Valenti, morto bruciato, dopo 4 giorni di agonia per un gravissimo infortunio sul lavoro (8 novembre 2004) nella ditta Mobiloil di Viareggio, oppure i quattro operai morti carbonizzati nell’esplosione alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno (25 novembre 2006), e allo loro famiglie che spettano ancora  giustizia: 8 mesi con la condizionale per la morte di Andrea Gagliardoni, 1 anno e 4 mesi con la condizionale per la morte di Matteo Valenti , mentre quello per la morte dei 4 operai alla Umbria Olii non è neppure iniziato, e al momento non si sa quando avrà luogo.

Viene da chiedersi: ma in che paese viviamo? Ci definiamo una "Repubblica fondata sul lavoro", ma forse sarebbe più corretto dire, una "Repubblica fondata sulle morti sul lavoro". Come si fa a definire civile, un paese dove ogni anno ci sono 1200 morti sul lavoro? Qualcuno, come l’Inail, adesso dirà che nell’anno 2008 c’è stato un calo di morti sul lavoro con soli 1120 decessi. Ma andrebbe ricordato che dal 2008 ad oggi stiamo attraversando la più grossa crisi finanziaria ed economica dal secondo dopoguerra ad oggi, e che quel calo dipende più da una sostanziale riduzione di lavoratori  a causa della cassaintegrazione, della mobilità e della chiusure di molte aziende, e non da una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro.

Tuttavia se vogliamo proprio dirla tutta, nemmeno i dati dell’Inail non sono oro colato. Questi, infatti, non tengono conto degli infortuni denunciati come malattia, che si stima siano intorno a 200 mila ogni anno se non oltre, di tutti i lavoratori che muoiono in "nero" che vengono abbondonati fuori dai cantieri o dalle fabbriche. Poi ci sono gli Rls, cioè i rappresentanti dei lavoratori, che denunciano la scarsa sicurezza in azienda, e che spesso sono oggetti di minacce, e di sanzioni amministrative che possono arrivare fino al licenziamento in tronco.  Il caso del macchinista delle ferrovie Dante De Angelis insegna,  la cui unica colpa è quella di aver denunciato prima alla sua azienda, e poi ai mezzi d’informazione la scarsa manutenzione e sicurezza sui treni eurostar.

E’ passato un anno dal suo licenziamento, ma ad oggi non è stato ancora reintegrato, nonostante le migliaia di firme raccolte in suo favore, e soprattutto alla luce degli utlimi episodi, come quello di Viareggio del 29 giugno scorso che ha causato 29 morti,e le cui le denuce di De Angelis si sono rivelate fondate. Vale la pena ricordare, che dal 14 giugno 2009 è stato introdotto il "macchinista unico", e purtroppo, gli incidenti ferroviari, sono destinati tristemente ad aumentare.

*Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Divertitevi anche voi!

da informa-azione riceviamo e pubblichiamo

Avrete sicuramente sentito parlare di quell’infame gioco online chiamato “Rimbalza il clandestino”. Quindi sapete che c’è qualcuno che pensa sia molto divertente e rilassante passare il tempo a difendere le coste italiane da barconi carichi di poveri, facendoli scomparire dallo schermo con un clic. Non abbiamo la certezza che questi signori trovino divertente che i clandestini rimbalzati vaghino per giorni e giorni alla deriva nel Mediterraneo, senz’acqua e sotto il sole cocente, oppure che rimbalzino fino in Libia, per essere uccisi a colpi di arma da fuoco e di coltello dalla polizia di Gheddafi. Non sappiamo cosa pensino, questi signori. Ma sappiamo chi sono, e per chi lavorano. Divertiamoci un po’ anche noi.

 

BETASTUDIOS S.A.S. di Betti FabioFirenze
piazza Buffoni, 5 – interno 4B
21013 Gallarate (VA)
Tel. 333.127.24.66
Email info@betastudios.it
www.betastudios.it

 

update da INDYMEDIA

“Nel weekend ho ricevuto 200 messaggi di minacce, e certi giornalisti dovrebbero rendersi conto che, in questo modo, mettono in serio pericolo l’incolumità degli altri” – questo è quanto ha dichiarato Fabio Betti a “La Voce” questa mattina, sconcertato per la cattiva pubblicità che sta circolando in rete e sui giornali della sua piccola azienda informatica, produttrice per l’appunto de “Rimbalza il clandestino”. Non una parola, ovviamente, per i morti in mare di questi giorni, per le migliaia e migliaia di vittime delle politiche anti-immigrazione di questo governo e di quelli precendenti.

Amico intimo di Renzo Bossi, Fabio Betti è l’ultima frontiera dell’”uomo nuovo” della distopia totalitaria leghista. La coscienza dell’ingiustizia gli scivola addosso senza lasciare tracce, la capacità di sentire su di sé le sofferenze altrui – da alcuni chiamata com-passione – è un ricordo lontano. Ma non solo: i sentimenti più odiosi e meschini non li individua come tali, non sente il bisogno di nascosconderli o per lo meno di giustificarli ideologicamente, li vive al contrario come la più placida delle normalità. Ha reso antiquata, insomma, anche l’ultima delle prerogative che un tempo erano proprie degli umani: l’ipocrisia. Guardandolo in volto, ed ascoltando le sue parole, pensiamo alla Jugoslavia del 1991 e contiamo il tempo che manca.

Fernanda on the road sempre!

Edgar Lee Masters

Andavo a ballare a Chandlerville e giocavo alle carte a Winchester. Una volta cambiammo compagni ritornando in carrozza sotto la luna di giugno, e così conobbi Davis. Ci sposammo e vivemmo insieme settant’anni. Filavo, tessevo, curavo la casa, vegliavo i malati, coltivavo il giardino e, la festa, andavo spesso per i campi dove cantano le allodole, e lungo lo Spoon raccogliendo tante conchiglie, e tanti fiori e tante erbe medicinali- gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate. A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto, e passai ad un dolce riposo. Cos’è questo che sento di dolori e stanchezza e ira, scontento e speranze fallite? Figli e figlie degeneri, la Vita è troppo forte per voi- ci vuole vita per amare la Vita…

Fernanda Pivano: giovane fino alla fine,giovane sempre!bella, vitale, eversiva, tenera e forte
 
Ha fatto conoscere la cultura dell’America contro, questo lo riconoscono tutti: la cultura scomoda, lei ha scoperto i talenti veri dell’America on the  road, ed è stata lei che ha aperto nuove prospettive a tanti talenti artistici di un Italia chiusa nel suo provincialismo di parrocchia.
 
FERNANDA UNA DONNA ON THE ROAD SEMPRE!
 
Muore, ma non ci lascia, le persone come lei lasciano tanto! non ci lasciano!. Muore in un tempo in cui la strada è negata, è ripulita da quelli che sono considerati i rifiuti umani.
 
On the road questo è il significato vero della cultura e  della vita per Fernanda e per quelli che lei chiamava i miei eroi: l’eroismo vero è quello di mettersi sulla strada della ricerca continua.
On the road  verso  un mondo altro che su la strada trovi, un viaggio senza cartelli stradali, un viaggio di scelta,
dove conosci le anime e i corpi, senza PAURA dello sconosciuto che incontri, senza paura se è ubriaco o altro, l’importante è conoscersi e riconoscersi.
Un viaggio che porta all’incontro reciproco, all’accettazione , alla condivisione, e alla ricchezza interiore.
 
Era nata a Genova in riva al mare che amava tanto e come il mare era  profonda nella sua apparente, semplicità, disarmata e disarmante, amante soltanto.
 
FERNANDA UNA DONNA ON THE ROAD SEMPRE!
 
che ha avuto la capacità di restare con il piacere della scoperta fino alla fine della sua vita terrena.
 
un giorno disse, nel settembre 2001.
 
"Con molto dolore per i morti e per la tragedia devo dichiararmi perdente e sconfitta perche’ ho lavorato 70 anni scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza e vedo il pianeta cosparso di sangue."
 
No. Fernanda non è stata sconfitta, perdente forse, ma sconfitta mai! e poi sconfitta veramente è questa società che ha paura del viaggio e dei viaggiatori.
 
Grazie Fernanda per quello che ci lasci per gli autori che ci hai insegnato ad amare, per la fiducia nella vita che ci hai regalato, ragazzi eravamo, ragazzi eravamo  fra le macerie di un mondo che ci era ostile, che ci era nemico e ci aveva ferito, e tu venisti con i tuoi libri a ridarci la speranza.
Dormono sulle colline leggemmo e capimmo che la vita non doveva essere sonno.
 
vittoria
L’avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org

28 di 16 luglio viareggio

16 luglio 197° giorno del calendario gregoriano quanti eventi nel corso della Storia: per ogni giorno del calendario gregoriano una caterva  di eventi!
eccone un po’.

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_1618506838.html  
16 luglio 1228 Papa Gregorio IX canonizza San Francesco;
16 luglio 1647 muore Masaniello;
16 luglio 1779  conquista dello Stony Point di New York dei rivoluzionari  americani ai britannici;
16 luglio 1782 Prima esecuzione del il ratto del serraglio di Mozart;
16 luglio 1880 la dottoressa Emily Howard Stowe : la prima donna che può esercitare la professione di medico in Canada;
16 luglio 1918 ad Ekaterinburg i bolscevichi giustiziano lo Zar Nicola e la sua stirpe;
16 luglio 1942 il governo francese di Vichy rastrella dai 12mila ai 20mila ebrei e li deportano nel velodromo d’inverno;
16 luglio 1945 gli USA fanno esplodere la prima bomba atomica del deserto del New Mexico;
16 luglio 1965 inaugurato il traforo del Monte Bianco;
16 luglio 1969 Parte l’Apollo 11;
16 luglio 1973 Scandalo Watergate;
16 luglio 1970 Saddam Hussein prende il post di Ahmed Hasan Al Bakr;
16 luglio 1990 Filippine un terremoto uccide più di 1.600 persone;
16 luglio 1999 un Jet privato pilotato da John Fitzgerald Kennedy precipita in mare;
16 luglio 2003 ricercatori australiani scoprono che la masturbazione previene il cancro alla prostata;
16 luglio 2005 Oriana Fallaci pubblica il suo ultimo articolo….
Tanti eventi, tanti morti più o meno illustri per ogni giorno del calendario gregoriano.
Per ognuno di questi di giorni di questo calendario ci sono stati morti di lavoro che non fanno evento, morti quotidiane, morti scontate, come le morti di tutti i miseri e i miserabili.
Forse di questo 28 resterà traccia forse, come dei morti della Tyssen, eh un "incidente" straordinario!, mai come quello del terremoto in Abruzzo, però!!!
resterà? non resterà traccia per il 28, il 29, il 3O..? qualche dubbio mi "resta" che resti traccia.
E poi che resti traccia a cosa serve? serve soltanto ad andare ai resti.

http://www.youtube.com/watch?v=aujom-p1L64
http://www.youtube.com/watch?v=xxo4vClmvrQ
 
 
vittoria
L’avamposto degli incompatibili
www.controappunto.org