Arte e Anarchia

L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana, sia singola che collettiva, che porta alla creazione di un’espressione estetica. Essendo una forma espressiva, è stata “utilizzata” per esprimere pensieri, critiche, proteste, stati d’animo ecc.

Mentre altri movimenti politici e sociali, hanno utilizzato l’arte come forma di propaganda, pur negli intenti di critica radicale della società, l’anarchismo invece ha sempre diretto il proprio interesse all’arte come fosse una vera e propria scelta e forma di vita, dove gli individui riuscissero a realizzare nel senso più ampio e liberatorio possibile le proprie prerogative dirette soprattutto a raffinare un gusto dell’"estetica" come esperienza autentica e originale dell’individuo. Un’estetica che, come si evince dalla sua radice greca "aistésis = sensazione, sentimento", fosse cioé legata al "sentire" ed alle sue molteplici forme.

 

Esistono varie e innumerevoli discipline artistiche: arte figurativa (Fotografia, Grafica, Pittura, Scultura, Videoarte, Computer grafica, Fumetto ecc.), cinema, musica, letteratura, teatro e arte concettuale.

L’arte come contestazione della società capitalistica
A partire dagli "anni 50-60" si sviluppa quel tipo di società capitalistica definita “di massa”, di cui le peculiarità principali sono: il consumismo, la pubblicità, l’omologazione e l’omogeneizzazione dei “gusti”, la mercificazione di qualsiasi valore.

Deriva da questa situazione l’affermarsi di quei "sottoprodotti pseudoartistici" che danno al consumatore l’illusione di avere a che fare con l’arte, ma, in realtà, altro non è che volgare banalizzazione della stessa.

In questa chiave va interpretato il lavoro del “sistema” industriale, oramai “impadronitosi” di buona parte dei prodotti artistici, volto alla “costruzione” di elementi mercificabili. Tale situazione è stata descritta dai situazionisti attraverso l’utilizzo del termine “recupero” (i sistuazionisti hanno usato il verbo “recuperation”), per esempio riferendosi al PunkRock.

Contro la progressiva mercificazione dei “prodotti” d’arte, gli artisti d’ispirazione libertaria (ma non solo questi) hanno assunto atteggiamenti radicali di contestazione, attraverso una varietà di modi (rifiuto dei normali canali di comunicazione, rifiuto di creare immagini o prodotti commerciabili, nuove tendenze artistiche ecc.) volti a scardinare le fondamenta del “sistema capitalistico”.

L’artista libertario

<<La forma di governo che si addice maggiormente all’artista è l’assenza di ogni governo>> (Oscar Wilde)

Le grandi epoche di risveglio culturale ed artistico sono coincise con quelle in cui predomina l’autonomia delle città e la loro riorganizzazione secondo metodologie federaliste. Per esempio l’arte nelle città greche e in quelle medioevali, nasce dal rifiorire della libertà dell’individuo, inserito in un contesto comunitario di “dimensioni più umane”.

Al contrario le epoche "tiranneggiate" dal pensiero e dall’azione politica autoritaria, vedono spesso un decadimento culturale o comunque una concentrazione dell’arte entro poche mani privilegiate (spesso al servizio dell’autorità).

“Figlio e padre della libertà”… l’arte è il simbolo della creatività illimitata dell’uomo e, nelle epoche tiranniche, della sua parte inalienabile, e dei suoi sentimenti d’amore e fratellanza. L’artista libertario rifiuta gli schemi preconcetti ritenendosi l’unico artefice delle proprie creazioni.

Il rispetto dell’arte non consente all’artista di sfuggire alle tentazioni iconoclaste degli eretici d’ogni epoca, nè all’odio irrazionale della “grande arte” o dell’“artista geniale” (Non è forse la grande opera l’emblema dell’autorità, del Principe, del Prelato? Il genio non è forse il simbolo delle privazioni delle masse, in favore dell’autorità?). L’artista, però, non pretende nemmeno di far “tabula rasa” in senso nichilista e nemmeno pretende l’eguaglianza omologante dell’uniformità.

Lo scopo dell’artista anarchico è quello di realizzare la pienezza dell’uomo, liberandolo dal peso della tradizione. L’artista libertario alimenta lo spirito di rottura utilizzando l’arte in connubio con l’anarchismo, tendendo all’emancipazione dell’uomodonna e della sua libera immaginazione. Ed è per questo che volge lo sguardo al futuro, all’utopia, interpretando le sue libere aspirazioni ed espressioni.

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