Il Lupo Irpino

23 Novembre 1980

Ancora oggi provo un senso di rabbia anche solo nello scriverne, ma quello che successe allora segnò pesantemente molte persone per quanto gli accadde a causa del sisma e per colpa del potere dei bugiardi.
La miseria, le menzogne, le false immagini dei TG che mostravano gli sfollati dello scempio ad un telefono non collegato sull’uscio di una baracca ancora da costruire, tutto per far sembrare che la situazione si stava normalizzando. TUTTO FALSO come in un set cinematografico.

Molti accadimenti in quei giorni, e non ultimi i tanti fogli di via che altri volontari come me dovettero subire perché intendevamo stabilire un aiuto che andava oltre al lavoro indispensabile delle braccia, ma era anche teso a smascherare gli abusi di meschine figure … a volte un giorno trascorre in un minuto … a volte un minuto è eterno … Il sisma del 23 novembre dell’80 durò poco + di un minuto…
Io sono uno di quei compagni che andarono in Irpinia per cercar d’aiutare dei fratelli colpiti da quella catastrofe … sono arrivato pochi giorni dopo il sisma, abbiamo operato prevalentemente a Conza della Campania, Sant’Angelo dei Lombardi, ma anche a Lioni, Pescopagano … ho molti ricordi ancora vivi nella mente e non solo dei poveri corpi inermi o delle ruspe che obbligavamo a fermarsi per non farne scempio. Ho stampato nella mente anche dell’orgoglio nella tristezza degli occhi di tanta gente.
Ricordo con gioia (piccole soddisfazioni) quando scacciavamo i giornalisti (alcuni rincorrendoli) dicendogli o prendi una pala o te ne vai, non abbiamo bisogno della tua pubblicità…

Sono stato nell’invaso dell’Ofanto fino al giorno di natale, ricordo il freddo, il vento ed anche il vuoto d’aria che produce la scossa tellurica nei suoi assestamenti e molto altro ancora … poi dovetti rientrare per presentarmi alla firma in questura ogni mattina … (G.attonero)

Il clima di quel tempo:
Nell’autunno del 1980, Radio Onda Rossa dà voce e sostegno alla lotta dei lavoratori e lavoratrici FIAT di Torino, attaccati frontalmente dalla prima imponente ristrutturazione tecnologica capitalistica in Italia che avrebbe portato alla cassintegrazione di 23.000 lavoratori. Alla notizia del tragico terremoto in Irpinia (novembre 1980) organizza autonomamente la raccolta di aiuti per quelle popolazioni con centinaia di persone che partirono immediatamente verso le zone disastrate. Ma questo attivismo e la critica politica della gestione istituzionale degli aiuti disturbò, anche in quella occasione, i poteri dello Stato. «Proponemmo che fossero le cooperative a gestire la ricostruzione rifiutando imprese, sindaci e soprattutto la chiesa che faceva sparire tutto. Fu troppo. Arrivarono al campo alle 6 del mattino dandoci 81 fogli di via per vagabondaggio. Poi venimmo assolti per non aver commesso il fatto» (Lillo).